Via Salaria, Roma: in un edificio dalla storia degna di nota e che rischiava la desolazione si trova oggi un «Ecosistema della cultura» il Citylab 971, manifestazione di rigenerazione urbana e «Polo culturale multifunzionale» che rende nuovamente vivi e fecondi gli spazi interni ed esterni della così conosciuta “ex cartiera di Via Salaria”. Eventi di musica, cinema e relativi al mondo dell’arte in generale coesistono oggi in un edificio che era in stato di abbandono da anni, segnato da occupazioni abusive e atti di vandalismo; un progetto, CityLab971, che ha permesso di riqualificare un’intera area della periferia di Roma. La conversione dell’ex cartiera è stata affidata nel 2019 al gruppo Urban Value by Ninetynine – già noto per diversi interventi di valorizzazione di immobili in disuso o abbandonati – con un contratto di quaranta mesi stipulato dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti.
Urban Value ha poi affidato la gestione degli spazi della struttura all’azienda specializzata in organizzazione e gestione di eventi Regenera S.r.l. la quale, nel corso di pochi anni, ha dato il via a molti interventi come un orto urbano – Orto 2.0, gestito dall’omonima cooperativa agricola – nato nel 2019, stesso anno in cui gli spazi ormai vuoti dell’ex cartiera hanno ospitato Agorà, intervento di arte urbana nato dalla collaborazione tra l’associazione Kill The Pig e l’artista Emmeu. L’anno successivo è stato invece inaugurato l’Art District, dove ha appena preso vita uno dei più recenti esempi di creazione e coinvolgimento attivo dei cittadini: la nascita dello studio d’arte e artist’s run space BIANCOFIORE, cui inaugurazione si è tenuta lo scorso 16 giugno.
Il progetto è stato realizzato da sei artisti emergenti, studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Roma e racchiude lo spirito del Citylab 971: dalle “ceneri” del teatro un tempo dedicato allo svago dei dipendenti aziendali – quando alla sua nascita l’edificio ospitava i laboratori dell’Istituto Farmaceutico Italiano – si espande creazione, in un linguaggio poliedrico in cui la “contaminazione è ricchezza” e la comunicazione, in continuo divenire.
Con il nuovo spazio ibrido BIANCOFIORE un ulteriore luogo inutilizzato si è aggiunto alla rinascita di un edificio abbandonato, che dal 2019 è mutato in un cosmo dove si muove liberamente la cultura contemporanea, rianimando di conseguenza un’intera parte delle città.
Un “lieto fine” per l’intera area periferica della capitale e per l’ex cartiera, nata nel 1960 come azienda dell’Istituto Farmaceutico Italiano, per poi convertirsi in una fabbrica dell’Autovox (marchio italiano di elettronica di consumo) e successivamente centro di ricerca internazionale e riciclaggio legato all’Ente Nazionale Cellulosa e Carta, associato al Museo della Carta, della Stampa e dell’Informazione. Anni in cui la struttura in via Salaria ha ospitato opere importanti come l’Ave Maria in tela più piccola del mondo e una collezione delle macchine di Gutenberg, noto come l’inventore della stampa a caratteri mobili.
Nonostante l’ex cartiera fosse un luogo tanto importante a livello storico e culturale, dopo essere stato ceduto all’Istituto Poligrafico Italiano nel 1994 ed essere poi stata affidata per tre anni (2003-2006) al Ministero del Tesoro per gli Archivi di Stato, lo stabile è rimasto in disuso. Così nel 2008 circa cento persone hanno occupato per quasi due anni gli spazi dell’edificio, fino allo sgombero da parte delle forze dell’ordine; nel 20019 è stata la stessa amministrazione comunale a scegliere l’ex cartiera come luogo per ospitare alcune famiglie rom e nel 2011, lo stabile ospitava più di 350 persone. Dal 2016 però (l’anno successivo al via del maxi-processo Mafia Capitale) i 22.000 mq di spazi sono rimasti abbandonati e oggi invece, la grande struttura che era morente può definirsi viva, teatro di svariate attività umane e progetti che vanno dall’arte, alla musica, fino allo sport e al cinema, in un continuo scambio di idee, visioni ed espressioni, confermandosi come polo culturale multifunzionale, e aperto a tutti.