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David Lynch e il cinema dei suoni

Music is magic

David Lynch

David Lynch e John Neff, Blue Bob, Asymmetrical Studios, LA 2002. Photo by Mr. Bonzai/David Goggin

Un approccio unico e geniale che lascia al mondo opere cinematografiche indimenticabili e avvolgenti: David Lynch è stato fondamentale per la storia della Settima Arte, consapevole che in essa – in quanto tale – debbano coesistere le arti, in armonia.

Immagini, colori, sequenze, architetture, testi, riferimenti, sentimenti, personaggi… suoni

La musica può dire cose di natura intellettuale, ma può anche parlare al cuore in un modo senza parole che è così potente. La musica è magia.

David Lynch, Sublime eternal love exists within each one of us’: David Lynch on music, friendship and life’s biggest mystery, The Guardian, 2024.

Scomparso lo scorso 15 gennaio, Lynch è stato uno dei registi contemporanei più influenti, acclamato dai più come eccelsa mente creativa, insignito dei principali premi e riconosciuto come pensatore in grado di andare “oltre”.

Non solo regista (ma pittore, sceneggiatore, poeta, scrittore attore, musicista, produttore…) l’ideatore di pellicole indimenticabili quali The Elephant Man, Mulholland Drive e Cuore Selvaggio era un visionario. E per riuscire a vedere oltre i confini dell’illusoria realtà, mezzo prediletto è l’ascolto. E David Keith Lynch ne era profondamente convinto.

Il labirinto che Lynch è stato in grado di creare – fatto di immagini surreali, atmosfere inquietanti e poetiche che mettono a nudo paure, ossessioni e desideri profondi – non è altro che un sogno dipinto su schermo dove per godere dell’onirico senza giudicarlo interviene «l’arte a cui tutte le arti aspirano»: la musica.

David Lynch on Sound and Alan Splet’s Wind Recordings

Con film tanto densi di pennellate surrealiste e di viaggi all’interno della psiche umana, le colonne sonore dei film del regista hanno avuto un ruolo fondamentale. Musiche, rumori, silenzi, suoni, echi…sono l’accompagnamento perfetto per l’immersione nelle viscere dell’umanità nella sua forma più pura, e sconosciuta.

Come ammette egli stesso nell’intervista sopra riportata, per il regista la musica rappresenta «il 50 per cento di un film», e anzi, è spesso l’immagine che dovrebbe essergli subordinata. Se le pellicole di Lynch rimangono impresse nella mente in maniera naturale è anche grazie a una direzione in grado di fare coesistere tutti gli elementi in maniera attenta e curata, con attenzione ai dettagli e amore per la comunicazione tra più medium.

La miscela creata è una danza perfetta, una coreografia in cui tutti gli elementi risultano accordati. Per realizzare tale unione, riflesso del sogno di una mente visionaria, Lynch curava personalmente e maniacalmente i suoi film, con intervento e attenzione particolare al suono.

Era il regista stesso, infatti, a supervisionare minuziosamente il comparto sonoro, definendo musiche e alle volte creandole, in collaborazione con personalità da lui reputate brillanti e geniali, quali il compositore Angelo Badalamenti.

Angelo Badalamenti Rare Twin Peaks Interview and Performance

E se è vero che «i geni sono semplici» David Lynch è riuscito a rendere la profondità e la complessità dello spazio mentale a noi ignoto ma che ci governa, visibile. Film non da capire ma da vivere con mente, emozioni, sentimenti, cuore.

Appassionato e studioso anche di rumorismo (la creazione dei rumori ambientali da inserire nei film) David Lynch ha regalato al mondo il superamento spontaneo di un paradosso esistenziale: fare rumore per creare silenzio.

Mulholland Drive (2001) – Llorando

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