Duo felice di rubare influenze retrò per creare musica elettronica futuristica e che stravolge i generi.
The Guardian
Un animo rock che guarda all’heavy metal e si esprime con sonorità tipiche dell’elettronica: la musica dei Justice è inconfondibile, proprio come la storia e la personalità dei due artisti francesi, tanto amati ma anche criticati e alle volte trovatosi a combattere “guerre di trincea” con alcuni colleghi.
Tra i maggiori esponenti del French touch e pubblicati dalla nota Ed Banger Records, Gaspard Augé e Xavier de Rosnay si sono presto ritagliati un posto d’onore all’interno della scena musicale mondiale.
Conosciutosi a Parigi agli inizi degli anni 2000 e avendo sentito una connessione espressiva profonda, Gaspard Augé e Xavier de Rosnay si sono uniti artisticamente nel 2003 scegliendo un nome che racchiude squisitamente le loro origini e il loro stile, Justice.
Il duo d’Oltralpe è stato in grado di compiere un viaggio musicale ben definito ma pieno di influenze diverse: dal passato, al presente, al futuro. Rock, metal, progressive che si incontrano con sonorità vintage tipiche del funk, le quali poi si mischiano con suoni new wave e delicate radici indie, disco e house. Una sintesi di stili e generi che comunque non riesce a descrivere il continuo movimento del duo reputato dalla critica – fin dagli esordi – valido erede di leggende quali i Daft Punk.
Dopo mix di successo di brani di artisti quali Simian, Britney Spears, N.E.R.D, Fatboy Slim e Daft Punk, è stata la compilation concettuale Hits Up to You (2003) a introdurre il duo al grande pubblico fino al singolo Waters of Nazareth del 2005, subito accolto con entusiasmo. Un anno dopo i Justice hanno vinto il premio per il Miglior Video agli MTV Europe Music Awards per We Are Your Friends, remix del brano dei Simian Never Be Alone.
Se in poco tempo Gaspard Augé e Xavier de Rosnay sono stati in grado di imporsi nel panorama musicale mondiale, non sorprende come il primo album del duo abbia definito il loro indiscutibile successo internazionale:
Siamo stati fortunati: il nostro primo album ci ha messo in uno spazio in cui non dovevamo preoccuparci di pubblicare musica per guadagnarci da vivere.
Ha recentemente dichiarato Xavier de Rosnay al The Guardian, ricordando l’album di debutto Cross (2007) preceduto dall’altrettanto acclamato E.P. D.A.N.C.E.
Un’elettronica di gusto quella dei Justice, che li ha portati presto a esibirsi nei locali e festival più importanti della scena come il Coachella festival, Fuji Rock Festival, Niigata, Primavera Sound Festival, Hultsfred Festival di Hultsfred (…).
La musica dei Justice si è però mossa in continuazione tra suoni elettronici e sonorità della French touch, decorata dall’energia rock/metal e che mai dimentica la presenza del dancefloor voglioso di scatenarsi.
Ormai noti e apprezzati in tutto il mondo, i Justice hanno continuato a scalare classifiche, girare il mondo proponendo il loro stile e pubblicando remix di successo fino ad arrivare al secondo album in studio Audio, Video, Disco (2011).
Il terzo album dei Justice (Woman Worldwide) è stato invece pubblicato nel 2018 per ricevere l’anno seguente il prestigioso Grammy Award nella categoria “Miglior album di musica elettronica”.
Ad aprile del 2024 è stato pubblicato il quarto album ufficiale dei Justice, Hyperdrama: otto anni in cui il duo francese non è stato fermo ma si è mosso seguendo la propria filosofia, invece che la frenesia oggi richiesta dal mercato musicale:
L’anacronistico fascino di realizzare album in formato lungo è qualcosa che amiamo molto. Quante migliaia di dischi escono ogni giorno? Ci sentiremmo male a fare cose per il gusto di farlo. Non vogliamo far parte della saturazione eccessiva di contenuti[…]. Vogliamo una vita. Puoi passare la vita a fare decine di dischi, ma cosa ottieni alla fine? Sì, otto anni sono un lungo periodo tra due dischi, ma non riteniamo necessario avere una produzione maggiore di questa […]. La cosa grandiosa del prendersi del tempo è che hai qualcosa di nuovo da portare alla dinamica del duo e quindi non è mai noioso.
Hanno spiegato i Justice durante la già citata intervista per The Guardian, mostrando quanto la loro immagine da rocker anni ‘70 sia anche riflesso di una personalità indipendente e fuori dagli schemi, realmente appassionata alla musica e non a ciò che da essa si può ricavare a livello materiale. Un modo di vivere e di fare arte che può essere assaporato nel documentario A Cross the Universe (filmato durante il tour del 2008) per vivere più da vicino il duo electro francese che ha trovato il modo di rendere l’intensità, leggera:
Abbiamo paura di sapere troppo. È come sapere come eseguire un trucco di magia: si perde tutto.
Justice, intervista per The Guardian, 2024.