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Edera Trees: jazz contemporaneo dai forti di Genova

Come l’edera, che nasce dal suolo, cresce sulle
rovine e dà un nuovo volto al passato, l’essere
umano vive plasmato da esperienze e conoscenze
passate; egli accoglie il passato con
consapevolezza per affrontare il futuro.

Il trio jazz contemporaneo Edera Trees nasce a Genova ed è composto da Matteo Gherardi Vignolo (composizione, batteria), Maria Isolina Cozzani (violino e violino baritono) e Luca Ambrosi (chitarra classica). Le atmosfere nostalgiche, criptiche e a tratti tormentose sono appoggiate su un letto naturalistico, caratterizzato da un linguaggio impressionista dei primi del ‘900 e da un dialogo continuo tra gli strumenti. 

Matteo: Edera Trees è nato quasi per caso, mi è stato commissionato un concerto legato a un forte di Genova allora ho contattato Maria e Luca e ho iniziato a scrivere i primi brani. L’immagine del forte, ovvero di qualcosa costruito dall’uomo e trasformato in rovina dalla natura e dal passare del tempo, ha evocato sensazioni di nostalgia, del rapporto tra passato e presente in relazione a come ci si pone nei confronti del futuro, dialogo tra uomo e natura. Abbiamo trasportato tutte queste sensazioni nella nostra musica: il dialogo tra l’uomo, se stesso e la natura sotto forma dell’improvvisazione (sia melodica che timbrica) attraverso la quale i tre strumenti interagiscono e dialogano, il concetto di conciliare il passato per affrontare il futuro attraverso l’influenza di musiche provenienti da epoche e luoghi diversi per creare qualcosa di nuovo (impianto armonico dal jazz moderno, la batteria è fortemente influenzata dal jazz, pop ed alcune poliritmie dell’africa dell’ovest) e le sensazioni di nostalgia e speranza attraverso alcune scelte armoniche e melodiche che a mio gusto evocano queste sensazioni.

Nel febbraio 2024 la band pubblica il singolo Lonicera, un brano che esprime la felicità piena e ingenua che nel corso delle esperienze di vita si trasforma in una gioia più adulta e consapevole. Campanula invece (marzo 2024), racconta di un percorso in cui la paura di un futuro imprevedibile diventa libertà. I due singoli anticipano il disco Edera, pubblicato nell’aprile 2024 per Dischi Bastardi. L’estetica è una parte fondamentale del progetto, le copertine dei singoli, del disco e le fotografie realizzate sono armoniose, crepuscolari e collegano l’individuo – costretto dal tempo a vivere e mutare velocemente – al forte, caratterizzato invece da un lento degrado. Gioca un ruolo fondamentale anche il tramonto e la sua natura ciclica apparentemente infinita, il segnale di un tempo stanco e consumato.

Matteo: Edera è una fotografia dell’estetica del progetto: siamo esseri umani che devono vivere con se stessi e con gli altri, ognuno di noi è inserito in questo ciclo, pertanto è necessario formare la propria identità attraverso la consapevolezza di se stessi e del passato per poter affrontare il futuro. Nel disco sono presenti alcuni brani che nella loro struttura non si ripetono, proprio perché alcune esperienze di vita sono un viaggio a senso unico, ed altri brani che ripetono l’idea tematica iniziale ma quando si ripetono sono sempre variate, come quando ci ritroviamo in una situazione già affrontata ma con una consapevolezza nuova. La musica a volte vuole essere chiara, dando dei riferimenti precisi all’ascoltatore, ed a volte vuole essere intenzionalmente ambigua (Tarassaco, pt 1; la seconda sezione di Edera, pt2; Caligo) attraverso improvvisazioni libere e timbriche. La musica vuole essere una comunione tra vari stili, noi di Edera Trees crediamo che la forza del nostro tempo risieda nella possibilità di imparare e farsi influenzare da musiche di tutto il mondo e di tutte le epoche, abbiamo cercato di fare esattamente questo, ci sono infatti influenze di jazz moderno e contemporaneo, musiche dell’ovest dell’africa, colonne sonore, musica free e influenze di musica impressionista. Per ottenere il nostro sound abbiamo fatto un lavoro sui suoni individuali e sul suono collettivo in modo da costruire un sound coerente nonostante l’organico (batteria, violino e chitarra) sia molto difficile da bilanciare, inoltre abbiamo lavorato su uno stile improvvisativo ed esecutivo specifico per questo progetto. L’edera cresce sul forte in rovina proprio come le esperienze che ci trasformano, è un album contemplativo ma che non guarda solo all’introspezione.

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