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Sanremo 2024: La miglior Serata Cover degli ultimi anni!

Festival di Sanremo 2024: Serata Cover

Serata Cover: Fischi, Commozione, Jalisse e Gigi D’Agostino

Si è conclusa da qualche ora l’attesissima quarta serata di Sanremo 2024, la Serata Cover!

Senza dubbi la miglior serata cover degli ultimi anni: una compilation di canzoni iconiche, momenti di pathos che rimarranno negli annali del festival, collaborazioni azzeccate e la musica al centro del focus. Questa sera Amadeus e la co-conduttrice Lorella Cuccarini hanno poco da fare, i 30 partecipanti alla kermesse hanno pensato ad uno spettacolo musicale variegato e godibile che conquista il pubblico e i media.

La scelta delle canzoni proposte strizza l’occhio alla generazione millennial, noi nati negli anni ’90 ci siamo visti restituire la nostra infanzia e adolescenza. Si balla, si urla a squarciagola come nelle peggiori serate karaoke, si rimane a bocca aperta per il vero potere magico della musica: l’emozione. Nonostante un alto numero di problemi tecnici, una gaffe di Amadeus e i fischi per la classifica finale, che vede Geolier e la sua crew togliere il titolo pronosticato dai più ad Angelina Mango, non ci si può che ritenere soddisfatti. Tutto sommato è solo un pretesto per portare sul palco più famoso d’Italia delle celebrazioni musicali ben curate, non è davvero importante chi vince.

Dopo 27 anni i Jalisse coronano il loro sogno, ormai divenuto meme, di tornare a cantare all’Ariston. Gigi D’Agostino infiamma le acque della Crociera, acquisendo il titolo di “capitano della nave” e facendo sognare i fan in visibilio per un tour in giro per l’Italia.

Commento delle 30 esibizioni della Serata Cover (video)

Vediamo, una per una, le esibizioni della serata cover partendo da un disclaimer: i gusti personali sono sacrosanti e non c’è valutazione che possa svalutarli. Personalmente, utilizzo i numeri solamente per una questione di immediatezza. Ci sono talmente tanti fattori artistici ed emotivi da valutare, che non basterebbe un articolo per ogni performance.

Il consiglio è sempre quello di ascoltare con le proprie orecchie e farsi la propria idea rivedendo l’esibizione. Iniziamo!

Sangiovanni – Farfalle/Mariposas con Aitana 

Il cantante di Finiscimi decide di portare un suo successo ancora molto fresco nella mente del pubblico. La canzone è orchestrata come nel 2022 e la versione spagnola della cantante Aitana non è servita a portare il twist necessario. La versione duetto è più debole di quella singola che conosciamo tutti, non si percepisce chimica tra i due. 6

Annalisa – Sweet Dreams (Are made of this) con La Rappresentante di lista e il coro Artemia

Due delle millennial più preparate vocalmente, Annalisa e Veronica Lucchesi, portano l’iconica melodia degli Eurythmics, efficace con ogni arrangiamento. Si destreggiano tra variazioni e momenti delicati e il coro, con gli occhiali da sole, aiuta a creare un mood Gospel che trascina il pubblico. Bello l’arrangiamento e l’affiatamento tra i tre artisti. 8

Rose Villain – Medley Gianna Nannini con Gianna Nannini

Gianna tira fuori la grinta a una Rose Villain scalza, che nel suo pezzo sanremese è scesa a compromessi perdendo dello swag e puntando sulla voce che, al momento, non è il suo forte. La Nannini è un animale da palcoscenico e le ruba la scena sia vocalmente che energicamente. Armonie vocali non azzeccate, così come la complicità tra loro. 6 1/2 (ma solo per la Nannini)

Gazzelle – Notte prima degli esami con Fulminacci

La canzone di Venditti è del 1984, ma è in grado di riportare qualsiasi generazione agli anni nostalgici e confusi della maturità. L’emotività la fa da padrone e Fulminacci, con la sua voce e il rispetto per le parole e le melodie, aiuta Gazzelle a portarsi a casa una bella esibizione. La voce di Gazzelle deve piacere, il suo habitat sono le sue canzoni. 7

The Kolors – Medley Umberto Tozzi con Umberto Tozzi 

Ti amo, Tu, Gloria. La voce ariosa di Stash si fonde perfettamente con quella potente di Umberto Tozzi. Riescono nell’intento di modernizzare in stile The Kolors dei classici intoccabili, mantenendone la potenza originale. Ottimo lavoro. 8

Alfa – Sogna, ragazzo, sogna con Roberto Vecchioni

L’abbraccio tra Roberto Vecchioni e Amadeus fa già scendere la lacrimuccia. La canzone rappresenta la vecchia generazione che parla alla nuova. Alfa lo guarda e sorride, abbandona i suoi ritornelli orecchiabili e mostra la parte viscerale della sua scrittura. La barra di sua penna trasmette la tensione e la speranza della nuova generazione. Il maestro guida, lasciando spazio al giovane. 9

Bnkr44 – Ma quale idea con Pino D’Angiò

La canzone del 1994 viene arrangiata in stile Disco Music anni ’80. A due anni già cantavo il ritornello, potrei essere di parte. Lo stile scanzonato dei Bnkr44 si sposa perfettamente con il personaggio che Pino D’Angiò veste, ancora perfettamente credibile. Un’eleganza senza tempo e quando dice «Balla» è praticamente un ordine! Sorregge il collettivo divertendosi anche lui. 8

Irama – Quando finisce un amore con Riccardo Cocciante

Riccardo Cocciante è un fuoriclasse nello scrivere parole e musica, lo è altrettanto nell’interpretare. La voce di Irama si addice alla pienezza del pathos, ma la canzone è un parlato trattenuto mentre lui è molto più a suo agio con l’esplosione di petto, come nel finale. Forse sarebbe venuta meglio Margherita o Bella senz’anima. 7

Fiorella Mannoia – Che sia benedetta/Occidentali’s Karma con Francesco Gabbani

A Fiorella Mannoia non è andata giù la vittoria di Francesco Gabbani nel 2017 e decide di sfidarlo per riacquisirne il titolo. Un po’ per rispondere autoironicamente al meme che si era creato ai tempi (esistevano già i meme, vero?). Si divertono e tutti fanno il karaoke. Però rimane un’esibizione molto uguale al 2017. 6 1/2

Santi Francesi – Hallelujah con Skin

Per un attimo, sembra di essere tornati ai tempi di X Factor, ma bisogna ricordare che i Santi Francesi lo hanno vinto con grande merito. La voce di Alessandro arriva sempre dritta al punto, per potenza ed espressività e Skin… lei è una delle voci migliori nel panorama internazionale. Sempre troppo sottovalutata. Non c’è stata molta intesa tra loro, ma sembrerebbe esserci stato un problema tecnico. 9

Ricchi e Poveri – Sarà perché ti amo/Mamma Maria con Paola & Chiara

Siamo in casa Ricchi e Poveri e Paola & Chiara non riescono a stare al passo della coppia (ex trio). Il pubblico impazzisce, dopo un’iniziale perplessità per l’inizio in spagnolo. Mamma Maria non pensavo si chiamasse così. Come già abbiamo visto e vedremo dopo però, rimane un concerto dei Ricchi e Poveri all’Ariston. 6 1/2

Ghali – Medley Italiano vero con Ratchopper 

L’inizio in arabo è a dir poco toccante. Ghali racconta una storia, la sua e quella di tanti altri, tramite le canzoni. Parla di un’Italia che ancora fatica ad accettare che una persona di seconda generazione sia effettivamente «Un italiano vero». Porta il pubblico a ragionare emozionandosi, politica o meno, è un messaggio da portare alla luce. Emozionante l’accompagnamento al pianoforte del suo produttore Ratchopper. 9

Clara – Il cerchio della vita con Ivana Spagna e Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino  

Clara si trasforma in una cantante Disney con l’appoggio di una intramotabile Ivana Spagna. Loro se la cantano con trasporto e si armonizzano bene. Il coro non è stato valorizzato e risulta molto assente nel mix complessivo. Un’occasione persa? 6 1/2

Loredana Bertè – Ragazzo mio con Venerus 

Nel 1964 Luigi Tenco e Ivano Fossati hanno cucito su Loredana Bertè un capolavoro su misura. Loredana si riprende dal problema tecnico in cuffia ed esplode con la sua naturalezza sul palco. Venerus è un artista con uno stile molto interessante, purtroppo è stato completamente ignorato sia durante che dopo l’esibizione. 7

Geolier – Medley Strade con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio 

Un viaggio tra le radici di Geolier: Guè e Gigi D’Alessio sono le due estremità da cui attinge il cantante di I’ pe me tu pe’ te. Luchè, a mio avviso, non riesce ad amalgamarsi in questo connubio. Geolier si destreggia abile in ogni canzone, ma tutto sommato c’è poco spazio per tutti. Vincono la serata con molto disaccordo da parte del Teatro. Ma ci tengono a far passare il messaggio di valore intrinseco del rap e della musica napoletana. 8-

Angelina Mango – La rondine con Il quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma

Questo capolavoro di canzone risale al 2002, un anno dopo la nascita della cantante in gara quest’anno. Lo sguardo iniziale di Angelina Mango è un avvertimento, trasformerà l’agitazione di questo momento iconico in lacrime per chiunque lo ascolterà. Questa è una vera celebrazione, di quelle fatte con l’anima e senza maschere. Pino Mango non sarà mai dimenticato, e sua figlia porta dentro (e fuori) la potenza di quella voce. La vincitrice morale. 10

Alessandra Amoroso – Medley con Boomdabash 

Le radici ca tieni, Mambo Salentino, Karaoke. Forse arrivare dopo l’esibizione di Angelina Mango ha penalizzato questa performance. Ben pensata, ma un po’ esattamente ciò che ci si aspetta sia da Alessandra Amoroso, sia dai Boomdabash. Poca emozione e poca novità. 5

Dargen D’Amico – Omaggio a Ennio Morricone con BabelNova Orchestra

Modigliani, Dove si Balla sulle note di The Crisis del maestro Morricone. Il pianoforte suona continuamente una nota disarmonica che, purtroppo, confonde l’ascolto. Che sia voluto o meno, non mi sento di valutare l’esibizione per intero. Dargen la sente molto e ribadisce il suo messaggio, mettendo a tacere le polemiche. N/A

Mahmood – Come è profondo il mare con Tenores di Bitti 

Lucio Dalla è stato ricordato con rispetto e maestria da Mahmood, accompagnato dai tenori sardi con i quali condivide le radici. Tutti gli elementi si fondono con armonia e trasportano il pubblico in un onirico viaggio tra le parole di una poesia. Eleganza ed emotività permettono di far coesistere la storia con la modernità. 9

Mr.Rain – Mary con Gemelli Diversi 

I Gemelli Diversi hanno perso Grido e THG, ma hanno trovato Mr. Rain. L’effetto nostalgia per ogni millennial è automatico. Le ballerine di ginnastica ritmica su un testo che parla di violenza domestica e abbandono non si sposano perfettamente e confondono Amadeus, ma rappresentano lo stile Mr. Rain sanremese. Lui, però, non spicca particolarmente nell’insieme. 6

Negramaro – La canzone del sole con Malika Ayane

L’arrangiamento con gli archi dell’orchestra, con alla base le sonorità tipiche dei Negramaro, funziona perfettamente. La canzone di Lucio Battisti, inno di ogni falò e primo giro di accordi che si studia alla chitarra, riacquisisce lo spessore musicale che spesso viene meno. Le voci di Sangiorgi e Malika Ayane sono intense e coese, trasportano tutti ricordandoci cosa c’è dietro a una “semplice canzone”. 9

Emma – Medley Tiziano Ferro con Bresh 

Imbranato, Non me lo so spiegare, Sere Nere. Il livello stasera è molto alto e questo esperimento non convince quanto, potenzialmente, poteva fare. Si sa che Tiziano Ferro sia difficile da coverizzare, questa volta non è andata bene. Le canzoni vengono esasperate dal punto di vista espressivo, rendendo difficile entrare in connessione con loro. Bresh non sembra a suo agio nella scelta. 5

Il Volo – Who wants to live forever con Stef Burns 

Questo pezzo dei Queen è iconico e sentirlo fa sempre lo stesso effetto: un moto di ammirazione verso la potenza di Freddie Mercury. Unendo le forze, il Trio riesce a portarsi a casa una bella esibizione con il supporto del formidabile Stef Burns, storico chitarrista di Vasco Rossi. 7-

Diodato – Amore che vieni, amore che vai con Jack Savoretti (e Filippo Timi)

Con la sua chitarra acustica Diodato ci porta il Fabrizio De André del ’66, come solo un cantautore potrebbe fare. Ovvero rispettando il testo di questa dedica d’altri tempi, immortalata nel patrimonio della musica italiana. Con Jack Savoretti formano un bel connubio di voci, ma gli stili differenti non si mixano perfettamente. Verso il finale si perde il coinvolgimento. 7-

La Sad – Lamette con Donatella Rettore

Lamette è una canzone che con l’Emo Punk si sposa perfettamente. Una delle accoppiate migliori della serata, dal punto di vista di coerenza stilistica. Donatella Rettore potrebbe conquistare il palco da sola, ma i La Sad (mi rifiuto di scrivere Æ) sono i compagni di gioco perfetti. 8

Il Tre – Medley Fabrizio Moro con Fabrizio Moro 

Pensa, Portami via, Il senso di ogni cosa. Le canzoni di Fabrizio Moro sono molto sanremesi, Il Tre partecipa volentieri alla sua esibizione. Non c’è armonia tra le loro voci, si cantano un po’ addosso, ma siamo comunque nel territorio dell’ospite. 5

BigMama – Lady Marmalade con Gaia, La Niña e Sissi

Sembrano una girlband consolidata, probabilmente potrebbero spaccare internazionalmente (io ci penserei seriamente). Ognuna di loro si esprime al meglio delle proprie caratteristiche. BigMama porta delle barre dirette e aggressive e non si nasconde nella morbidità sanremese. Anche La Niña propone una versione napoletana della strofa che funziona bene. Stile e voci, bell’esperimento! 8 1/2

Maninni – Non mi avete fatto niente con Ermal Meta 

Il cerchio aperto da Fabrizio Moro si chiude con Ermal Meta e la canzone vincitrice di Sanremo 2018. Ritorna nuovamente sul palco l’urlo di denuncia contro la guerra, un argomento impossibile da ignorare oggi. Maninni e Ermal sono ben coordinati, anche se lo squilibrio vocale si sente. 7

Fred De Palma – Medley Eiffel 65 con Eiffel 65 

Presentati dalla dedica rap di Fred De Palma gli Eiffel 65 fanno il loro ritorno live, riportandoci ai primi anni 2000. Nuovamente, sono di parte, perché Viaggia insieme a me avrà sempre spazio nel mio cuore. Il freestyle è il tocco di stile inedito sul palco di Sanremo, un plauso a Fred De Palma. 9

Renga Nek – Medley Renga Nek 

Gli ultimi a cantare sono Renga e Nek che cantano tra loro, i loro stessi successi. Come ormai fanno da qualche anno. Un perfetto teaser per il loro prossimo tour. Molto ridondanti e ripetitivi dal mio punto di vista. 5

Per concludere, abbiamo assistito a una serata che rimarrà nella storia. Di vincitori e vinti, che hanno ancora la Finale per rifarsi. Il punto su cui focalizzarsi, secondo me, è l’attenzione dimostrata con delle proposte musicali interessanti e rispettose.

Prepariamo i popcorn e i cellulari per l’ultima serata di Sanremo 2024. E ricordate che i fischi, così come gli applausi, servono a comunicare una preferenza, ma il rispetto per un artista (o qualsiasi persona in generale) dovrebbe arrivare prima.

Pensiamo a prendere in mano il televoto ed esprimere la preferenza secondo i meccanismi proposti dallo show e, soprattutto, ad accettare che la competizione la vince chi viene votato dalla maggioranza. Ma rimane pur sempre un gioco!

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