È l’artista di cui il mondo in questo momento aveva bisogno, e infatti il mondo lo ha accolto a braccia aperte: Bad Bunny, all’anagrafe Benito Antonio Martínez Ocasio, è ad oggi uno degli artisti più influenti della scena musicale internazionale. Fuori da ogni schema, Bad Bunny ci prende per mano e ci accompagna in un viaggio bellissimo, tra sonorità latine e tradizionali portoricane, trap e reggaeton, cullandoci musicalmente, e intanto, facendoci scorgere anche l’altra faccia del suo amato paese, e quello che rischia di diventare sullo sfondo di un’America dominata da Donald Trump.

Nato nel 1994 a Vega Baja, Porto Rico, Bad Bunny ha sempre manifestato un profondo legame con la sua terra. Fin dai suoi esordi su SoundCloud, ha conquistato il pubblico con un sound unico, fino ad arrivare all’esplosione del suo successo con brani come Soy Peor. Il suo ultimo album, DeBÍ TiRAR Más FOToS, celebra l’identità culturale portoricana, ma non si limita a crogiolarsi in stereotipi visivi e musicali, che dominano in generale la visione occidentale dei paesi insulari e meridionali. Bad Bunny invece ci mostra l’altra faccia della sua terra, una terra che teme di perdere la propria identità, di essere schiacciata dalla mera speculazione.
Nel brano Turista la figura del turista sembrerebbe far da metafora a una storia d’amore, ma è piuttosto una storia d’amore a far da metafora alla storia di un paese (lo è un po’ tutto il disco), di una mentalità, di un approccio al pianeta: “Tú solo viste lo mejor de mí y no lo que yo sufría/Te fuiste sin saber el porqué, el porqué de mis herida’/Y no te tocaba a ti curarla’, viniste a pasarla bien” (Hai visto solo il meglio di me e non quanto stavo soffrendo/Te ne sei andata senza conoscere il perché delle mie ferite, il perché delle mie ferite/E non era il tuo ruolo quello di guarirle, sei venuta solo per divertirti).

Una riflessione sulle trasformazioni che minacciano l’isola, sul pericolo della nuova oligarchia americana e sulla imperversante mentalità consumistica da cui non riusciamo a liberarci nemmeno nelle relazioni. L’album, il sesto in studio dell’artista portoricano, fonde generi tradizionali come la plena, genere folkloristico nato proprio sull’isola mescolando influenze africane e spagnole, la salsa, il reggaeton, la trap, senza paura di sconfinare: perché il Porto Rico è una terra di contaminazioni, di bellezza, ricchezza, arte, che ha trovato nella musica la sua piena espressione di libertà.
Non è ancora noto se e quando Bad Bunny partirà con un nuovo tour mondiale per promuovere il suo ultimo album quel che è certo è che lo scorso anno con il suo Most Wanted Tour l’artista portoricano ha chiuso una cinquantina di date sold out restando solo in territorio americano, dimostrando che c’è un’altra America oltre a quella di estrema destra, e che la musica rimane ancora un territorio libero, almeno per ora.
Bad Bunny- Debì Tirar Màs Fotos (short film)