Musicista inconfondibile dall’inesauribile spirito creativo, St. Vincent porterà presto a Milano la sua contagiosa energia: martedì 22 ottobre 2024 dalle ore 21:00, la cantante statunitense infuocherà il Fabrique di Milano; un evento da non perdere in quanto unica data italiana del tour europeo dell’acclamata compositrice.
A pochi mesi dall’uscita di All Born Screaming – settimo album in studio della cantante, da lei interamente prodotto – St. Vincent torna a proporre live coinvolgenti da vera rockstar contemporanea, in grado di trasmettere messaggi profondi nella leggerezza espressiva con uno stile musicale sempre riconoscibile ma libero dalle definizioni, testi polisemici tanto poetici quanto irriverenti.
« Mi piace quando le cose vengono fuori dal nulla e ti accecano un po’. Penso che chiunque abbia mai avuto attacchi di panico o attacchi d’ansia possa capire come le cose possono trasformarsi all’improvviso. E io credo di riuscire a sublimare tutto questo nella musica ».
St. Vincent, Q&A With Annie Clark of St. Vincent, in Denver Westword, 2010.
Impossibile che St. Vincent – al secolo Anne Erin Clark – passi inosservata, in quanto figura artistica completa, che trasuda profonda intelligenza e che urla verità. Tre volte premiata ai prestigiosi Grammy Award, St. Vincent continua a sorprendere il pubblico permettendo al rock di abbracciare elegantemente la musica classica senza mai ignorare la ricchezza di altri generi; così la polistrumentista decora le sue produzioni con elementi derivanti da svariati generi e correnti, tra cui pop, indie e jazz.
L’ultimo album dell’artista sperimentale – per molti icona art-rock da quando è partita con la carriera da solista (2006) – conferma lo stile poliedrico dell’ultima, ma anche il gusto e la ricerca che la contraddistinguono: All Born Screaming, pubblicato lo scorso 26 aprile, risulta essere manifesto dell’animo della cantante, sempre pronta a mettere in discussione i limiti e le credenze obbligate, ad affidarsi alle pulsioni e alle passioni senza dimenticare l’esistenza del pensiero (come annunciato fin dal primo singolo estratto dall’album, Broken Man).
« Ci sono alcuni posti, dentro di noi, che possiamo raggiungere solo se attraversiamo il bosco da soli, per scoprire quello che il nostro cuore ha da dire[…]. È un disco nero, è un disco bianco, è un disco di tutto i colori del fuoco perché parla di vita e di morte. La vita e la morte sono concetti binari: o sei vivo o sei morto. Quest’album parla di cosa significa essere vivi e accettare l’agonia e l’estasi ».
St. Vincent intervista per NME, 2024.
Un equilibrio che si raggiunge dalle intensità degli estremi, dalla convivenza degli opposti che, forse, così distanti non sono. Può essere la dolcezza, violenta? Può essere la tenera nascita contraddistinta da un furioso urlo? La ricerca di St. Vincent non appare come una risposta a tali quesiti, ma è l’esplorazione stessa degli ultimi a generare creazione che amplia la visione interna ed esterna attraverso la consapevolezza che non possa esserci un solo punto di vista (e per fortuna!).
E se non sono le risposte ad avere maggiore importanza, è dunque bene focalizzare l’attenzione sulle domande, imparando a porsi i giusti quesiti, abbracciando il libero flusso che da essi si genera.
Ho la sensazione che ogni volta che qualcuno chiede, “com’è essere una donna nella musica?” L’unica differenza è probabilmente che ti viene chiesto, “com’è essere una donna nella musica?” Non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui saremo essenzialmente post-gender nella musica… Sono molto emozionata all’idea. […] Credo nella fluidità di genere e nella fluidità sessuale. Non mi identifico in niente… Non ho niente da nascondere, ma preferirei che l’enfasi fosse sulla musica.
St. Vincent
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