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Daft Punk: macchine per rimanere umani

Squisiti esempi di artisti a tutto tondo, i Daft Punk sono emersi nei primi anni ’90 con un’evidente eredità estetica e stilistica cara al decennio precedente, ma dal sapore visionario. Merito dello scambio avvenuto tra i musicisti parigini Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo i quali inizialmente hanno formato i Darlin’ con Laurent Brancowitz (futuro membro dei Phoenix).

Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo: i Daft Punk

Dal 1993 Bangalter e de Homem-Christo capiscono di avere simili processi creativi e obiettivi artistici e, allora, trovano modo di espandersi sotto il nome Daft Punk – eccellente esempio di autoironia -. Effettivamente il nome del duo francese che ha scalato le classifiche mondiali deriva da una definizione poco amorevole riportata dalla rivista britannica Melody Maker: a daft punk trash ( = un gruppetto di sciocchi teppisti); con tali parole i giornalisti del Melody Maker avevano espresso la loro opinione riguardo al gruppo sopracitato, i Darlin’.

Una scelta coraggiosa, ironica e piccante quella di trasformare parole dispregiative nel proprio punto di forza: da lì a poco il nome “Daft Punk” ha rappresentato tutt’altro che un soprannome di cattivo gusto; i Daft Punk si sono affermati come vera leggenda del mondo artistico contemporaneo, in grado di accompagnare la musica elettronica nella cultura pop senza tradire né una né l’altra, affermandosi come distinti esempi del French touch ma sempre vogliosi di sperimentare e intraprendere viaggi fuori dai confini prestabiliti.

L’influenza del duo francese sulla musica mondiale è evidente, così come è chiaro quanto il loro stile cyborg/futuristico abbia imprescindibilmente condizionato il gusto estetico di un’intera generazione. Synth, campionatori, beat ipnotici house generati da personaggi che sembrano venire da un’altra dimensione hanno contribuito a creare un’immagine artistica irripetibile: definiti da Rolling Stone come il 12esimo duo musicale migliore di sempre (2015), i Daft Punk continuano ad avere un incredibile impatto, nel mondo dell’elettronica quanto nella cultura di massa.

Daft Punk – Alive 2007 [Full Concert]

Lo stile unico del duo, in grado di fondere elementi house, disco e techno è riconoscibile in successi quali Da Funk (1995) Homework (1997) o Discovery (2001), Human After All (2005) e Random Access Memories (2013), solo per citarne alcuni. Live e videoclip dei Daft Punk aiutano poi ad accedere nella dimensione creativa dei due musicisti, un vero e proprio terreno fertile in continua evoluzione dal gusto mistico e poetico.

Dopo quasi 30 anni insieme e dopo “avere cambiato le regole del gioco” Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo hanno salutato il vasto pubblico appassionato nel 2021, con un fascinoso cortometraggio (sotto riportato) che chiude un sodalizio artistico impossibile da ignorare e che ha contribuito a mettere in atto una rivoluzione sia nella musica, che nella moda che nella cultura.

Daft Punk – Epilogue

Ben 28 anni che eleggono i Daft Punk come indiscussi, continui, innovatori con una ricerca svolta da più punti di vista riconosciuta tra le più rilevanti degli ultimi decenni:

I Daft Punk erano un progetto che confondeva il confine tra realtà e finzione con questi personaggi robotici. È stato un punto molto importante per me e Guy-Manuel non rovinare la narrazione mentre stava accadendo […]. Amo la tecnologia come strumento ma sono in qualche modo terrorizzato dalla natura del rapporto tra le macchine e noi. Ora che la storia si è conclusa, è stato interessante rivelare una parte del processo creativo che si è basata molto sull’uomo e non sugli algoritmi […].Le mie preoccupazioni sull’ascesa dell’intelligenza artificiale vanno oltre il suo utilizzo nella creazione di musica. Nei Daft Punk abbiamo cercato di usare queste macchine per esprimere qualcosa di commovente, che una macchina non può provare ma un essere umano sì. Siamo sempre stati dalla parte dell’umanità e non dalla parte della tecnologia… Per quanto ami questo personaggio, l’ultima cosa che vorrei essere, nel mondo in cui viviamo, nel 2023, è un robot.

Thomas Bangalter sulla fine dei Daft Punk, intervista per la BBC, 2023.

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