Nevermind The Tempo : chissenefrega del tempo, ci dice la band I Hate My Village con il suo nuovo album, il secondo dopo l’esordio nel 2019. La band italiana è formata da membri di altrettanto famose band del nostro paese: Marco Fasolo, frontman dei Jennifer Gentle, Fabio Rondanini, batterista dei Calibro 35, Adriano Viterbini, chitarrista dei Bud Spencer Blues Explosion e Alberto Ferrari, nota voce dei Verdena.
Ciascuno di questi artisti porta con sé uno specifico background musicale, grazie al quale questa band si è da subito caratterizzata per la ricercatezza musicale intrinseca al progetto. Ma è proprio con questo secondo album, rilasciato solo da pochi giorni, che possiamo effettivamente cogliere al meglio quanto sia florida e interessante l’unione di questi grandi musicisti.
Nevermind The Tempo è un disco più elaborato rispetto al primo, e il suono è una vera commistione di generi, che pur spaziando molto mantiene comunque una sua unità, uno stampo che richiama ritmi africani, così com’era nel primo disco della band.
Il titolo del disco è una chiara citazione di due capisaldi della musica: Nevermind, secondo album dei Nirvana, e Never Mind The Bollocks, unico disco in studio dei Sex Pistols. Un titolo, quello scelto da I Hate My Village per il loro secondo album, che ne preannuncia i contenuti: i tempi dei dieci brani sono tutti poliritmici, ed è evidente la ricerca della band di una sorta di liberazione dalla classica forma del brano rock.
Nella ricerca di un linguaggio estremamente personale, in Nevermind The Tempo possiamo rintracciare le anime di ogni singolo membro del gruppo, e anche le loro esperienze al di fuori di questo progetto. Ma i ritmi dei brani di questi album sono talmente coinvolgenti da far presto dimenticare all’ascoltatore il preciso contesto di provenienza dei suoi singoli membri.
Anche con questo secondo disco gli I Hate My Village dimostrano al loro pubblico di essere una vera band, e non solo un insieme di singoli e colti musicisti senza nulla da dire. La loro sperimentazione musicale sembra essere arrivati ad un livello maggiore, risultato anche del tempo impiegato per realizzare il disco, che gli stessi membri hanno spiegato essere stato commisurato alla qualità di ciò che volevano ottenere. E che dire, ci sono riusciti anche stavolta.