I Placebo di nuovo in Italia: Brian Molko e Stefan Osdal tornano con tre date estive ad un anno di distanza dall’ultima visita nella penisola. Il gruppo rock di origini britanniche scalda i cuori italiani dal 1994, ma molto è cambiato fino ad oggi; noti per la loro capacità di fondere rock alternativo, glam rock e elementi di elettronica in un suono unico e riconoscibile, i Placebo hanno influenzato generazioni di fan e musicisti con la loro musica intensa e le tematiche provocatorie. Attraverso i loro primi due album “Placebo” (1996) e “Whitout you I am Nothing” (1998) la band ha iniziato a distinguersi sin da subito nel panorama artistico dell’epoca: con testi che affrontavano temi di sessualità, droga e alienazione e la loro immagine androgina e provocatoria, hanno sfidato le norme e hanno contribuito a creare una base di fan devoti.
Il gruppo ha subito diversi cambiamenti durante il corso degli anni, a partire dalla presenza del batterista Steve Hewitt che però ha lasciato il gruppo nel 2007 ed è stato sostituito da Steve Forrest, che a sua volta ha lasciato la band nel 2015, ma tra i grandi punti di forza della band vi è sicuramente la grande capacità di evolversi e adattarsi e ciò è sintomatico nella varietà di tematiche che sono state affrontate nel corso degli anni. L’album “Battle for the Sun” (2009) ha visto un cambiamento significativo nel sound della band, con un tono più ottimista rispetto ai lavori precedenti. Nel 2013, con l’uscita di “Loud Like Love” (2013), i Placebo hanno continuato a esplorare nuovi orizzonti musicali.
I primi album si distinguevano per la loro musica dirompente, alternativa e anticonformista che spesso esplorava temi di identità, dolore e guarigione: chiunque si sentisse un outsider o ricercasse un senso di apparenza poteva trovare conforto nei testi rivoluzionari della band. Un simbolo del gruppo inglese è sicuramente Nancy Boy (1997), uno dei primi brani della band che però ne racchiude tutta l’essenza: sessualità, droga, l’importanza di essere diversi e di capire se stessi.
I Placebo non sono solo una band, ma un fenomeno culturale che ha saputo ridefinire i confini della musica alternativa. Con una carriera che si estende per oltre due decenni, rimangono una delle forze più influenti e innovative del rock contemporaneo. Dopo il loro ultimo live album Placebo Live, il gruppo torna in Italia con tre date estive che hanno creato da subito entusiasmo nei fan. La loro musica e la loro presenza scenica hanno conquistato il cuore dei fan italiani, rendendoli uno dei gruppi internazionali più amati nel paese.l rapporto tra i Placebo e l’Italia è un esempio di come la musica possa creare connessioni profonde e durature tra artisti e pubblico. Non sono mancati episodi di protesta e anticonformismo da parte della band: tutti ricordano l’episodio a Sanremo 2014 in cui Brian Molko ha distrutto una chitarra sul palco, o più recentemente nel 2023 quando la band ha accusato la Presidente del Consiglio di razzismo e fascismo. Ciò potrebbe da un lato creato un senso di sconvolgimento nell’opinione pubblica, ma dall’altro ha ancor di più unito la maggior parte dei fan con la band inglese che continua a essere una delle preferite del pubblico italiano, e la loro influenza sulla scena musicale del paese è destinata a perdurare nel tempo, i Placebo rimangono un simbolo di innovazione e passione nel panorama musicale internazionale, con un legame speciale con l’Italia che continua a rafforzarsi.
La band inglese continua a parlare al cuore dei propri fan, ma ultimamente con un tono diverso: se prima le tematiche principali erano legate al mondo delle droghe, della sessualità e della ribellione, ultimamente i temi sono diventati più riflessivi, malinconici e con un taglio più sentimentale, cercando di creare nuova musica grazie alla sperimentazione sonora. Ciò si vede soprattutto nel loro ultimo album “Never let me go” (2022) in cui vi sono singoli come “Forever Chemicals” che ricordano molto i singoli degli inizi, unendo con un filo invisibile circa venti anni di musica, altri pezzi come “Beautiful James” ci mostrano tutti i cambiamenti avvenuti nel corso del tempo, che portano inevitabilmente ad una dolce malinconia: la felicità per qualcosa di nuovo, la tristezza per come tutto si evolve.