I just wanted to be one of The Strokes canta Alex Turner (Arctic Monkeys) in Star Treatment, riassumendo in poche parole quello che hanno pensato almeno una volta migliaia di musicisti sparsi in tutto il mondo. Stiamo infatti parlando dei The Strokes, una delle band più influenti dell’inizio del XXI secolo. Le radici della band risalgono alla fine degli anni ’90 quando il frontman Julian Casablancas, il batterista Fabrizio Moretti e il chitarrista Nick Valensi hanno iniziato a suonare insieme nel 1997 mentre frequentavano la Dwight School (Manhattan). Con l’entrata di Nikolai Fraiture (basso) e Albert Hammond Jr. (chitarra), nel 1999 nasce ufficialmente il quintetto The Strokes.
L’album di debutto Is This It ha immediatamente catturato l’attenzione del pubblico, spiccando in una scena musicale rock che per anni si era concentrata sul post-grunge, il nu-metal e il dad-rock. Definito disco del decennio da James Murphy (LCD Soundsystem), ha fatto guadagnare alla band la stima di numerosi colleghi musicisti: Brandon Flowers (The Killers) ha confessato di essersi sentito depresso dopo aver ascoltato Is This It perché era semplicemente perfetto. Il sound è puro rock’n’roll newyorkese e la scrittura è frenetica. Gli undici brani di Is This It sfrecciano in poco più di 30 minuti, facendo trasparire l’ossessione per il ritmo e l’approccio a tratti quasi più funk che rock. I The Strokes reintroducono nella scena rock le canzoni sexy, semplici ma incisive. Is This It ha ottenuto un grandissimo successo, raggiungendo la seconda posizione nella U.K. Albums Chart e la 33esima nella Billboard 200 Albums Chart negli Stati Uniti.
I fan vengono ipnotizzati dall’estetica dei The Strokes: la loro aggressività è freneticamente avvolta in abiti che sembrano provenire direttamente dall’after-party della sera precedente. In quegli anni l’abbigliamento maschile era spesso associato allo stereotipo di uomo muscoloso gym-addicted, un immaginario opposto a quella della band. I The Strokes hanno quindi incarnato il cambiamento dei tempi anche se si parla di moda. Nel giro di poco, il loro stile composto da jeans attillati, t-shirt con loghi, Converse e cravatte sempre più sottili ha invaso i negozi, vestendo una generazione di ragazzi indie con tagli di capelli disordinati e abitudini alcoliche discutibili. Improvvisamente, la mascolinità ingombrante era fuori e l’alienazione rock e ammiccante, le giacche di pelle e le chitarre ballabili erano dentro.
Il loro secondo album Room on Fire arriva nel 2003, risulta leggermente più delicato e mette in risalto le apprezzate sfumature new wave dell’anima dei The Strokes. L’album ha raggiunto la quarta posizione nella Billboard 200 e la seconda nella U.K. Album Charts. First Impressions of Earth, il terzo album del gruppo, viene pubblicato nel 2006 ed è un disco più sperimentale e particolare rispetto ai lavori precedenti ma rimane comunque fedele al nucleo del loro sound. All’inizio del 2009, Casablancas e Valensi hanno iniziato a lavorare al quarto album che esce nel 2011 e prende il nome di Angles. Caratterizzato da sonorità più synth-heavy, per la prima volta presenta dei cori. Il singolo principale del disco, Under Cover of Darkness, raggiunge il 12esimo posto della classifica Billboard Alternative Songs.
Nel 2013 esce Comedown Machine e nel 2020 The New Abnormal, il loro disco più recente. Con Jean–Michel Basquiat in copertina, questo disco trasuda maturità e mestiere, proponendo canzoni eleganti ma decise. La voce di Casablancas è un mormorio spettinato, un bacio indiscreto. I brani The Adults Are Talking e Eternal Summer diventano immediatamente virali anche sui social e, grazie alle loro sonorità nostalgiche, alternative e comunque sempre ballabili, hanno fatto parte della colonna sonora di molte persone durante il periodo del lockdown e post-pandemia 2020-2021.
Inutile dire quanto sia attesa una loro nuova pubblicazione e magari anche una tappa italiana: non ci resta che attivare le notifiche e restare all’erta, il 2024 potrebbe stupirci.