Un’esperienza onirica l’ascolto del secondo album dei The Smile, il progetto formato da Thom Yorke e Jonny Greenwood, membri dei Radiohead, insieme al batterista Tom Skinner.
Il gruppo ritorna dopo due anni dall’ultima pubblicazione con Wall of Eyes ed è percepibile sin da subito l’intensità di questo trio, che nel loro primo album, A Light for Attracting Attention, ha mostrato una ritrovata crudezza sonora, rimandando a sonorità più primordiali e tribali rispetto agli ultimi lavori dei Radiohead. Tracce infatti del primo lavoro come You Will Never Work In Television Again e Pana-Vision esplorano territori oscuri, con richiami a stili passati della band madre.
L’album si apre con l’omonima traccia che da titolo all’album, un viaggio acustico che risveglia sensazioni più tranquille, per poi esplodere in dissonanze sorprendenti. Teleharmonic ci porta in territori più soul, mentre Read The Room ci culla con la sua psichedelia colorata.
La profonda interazione tra i tre membri del gruppo è tangibile in questo secondo lavoro. Thom Yorke sperimenta con la sua voce in modi audaci, mentre Jonny Greenwood si avventura in intrecci sonori che abbracciano influenze afrobeat, blues e psichedelia. Tom Skinner intensifica le sue ritmiche circolari e sincopate, creando una base pulsante per le tracce dell’album.
La presenza del pianoforte diventa centrale in brani come Friend Of A Friend, suggerendo richiami al sound dei Beatles, registrato nei mitici studi di Abbey Road. Bending Hectic emerge come il punto culminante dell’album, con i suoi otto minuti di pura estasi sonora.
Nonostante il rischio di un secondo album così ravvicinato al primo, i The Smile dimostrano di essere artisti consapevoli e intraprendenti. Liberati dalle convenzioni, si avventurano in territori musicali nuovi, senza però dimenticare le loro radici.
In conclusione, Wall of Eyes è un album che cattura l’attenzione e conferma il talento dei The Smile come una delle band più interessanti e innovative del panorama musicale contemporaneo.