DJ AFX, AFX, The Tuss, Bradley Strider, Caustic Window, Dice Man, The, GAK, Polygon Window, Power-Pill, Q-Chastic, Richard D. James, Soit-P.P: sono alcuni degli innumerevoli pseudonimi di Aphex Twin, definito dall’autorevole The Guardian come “la figura più inventiva e influente della musica elettronica contemporanea”.
Nato nel 1971 a Limerick (repubblica d’Irlanda), Apex Twin – al secolo Richard David James – vanta una carriera ricca di successi e colpi di scena. In più di trent’anni il musicista è stato immerso in un’aurea di fascino e mistero che, comunque, non lascia dubbi sulla centralità del suo contributo artistico.
Fondatore della Raphlex Records (1991) Aphex Twin ha raggiunto il successo internazionale alla fine degli anni ’90, con pubblicazioni quali Come to Daddy e Windowlicker; ma la storia del musicista e produttore ha inizio fin dall’adolescenza, quando a sedici anni Richard D. James lavorava come dj nei locali della Cornovaglia interessandosi anche alla produzione e riproponendo le proprie sperimentazioni musicali durante le live performance, mentre dai club iniziava a spostarsi verso i rave party.
La carriera del poliedrico uomo dalle tante identità ha avuto inizio negli anni ’80, periodo in cui il produttore univa gusti jungle, industrial e ambient techno facendosi spazio nella scena dance del Regno Unito. Producendo inizialmente con sintetizzatori analogici per creare i suoni che desiderava – come indica anche il titolo di uno dei suoi primi album, Analogue Bubblebath (1991) – nel 1995 Richard D. James inizia a comporre avvalendosi del computer e abbracciando sonorità più drum’n’bass di gusto acid. Due anni prima il musicista si era trasferito a Londra dove aveva iniziato ad appassionarti a ritmi più astratti senza che essi condizionassero la ricerca continua di suoni profondi e sorprendenti.
Nel frattempo prendeva forma anche la figura sempre più stravagante e curiosa di Aphex Twin, che ha contributo a renderlo il “Mozart della musica moderna” titolo che in molti gli hanno attribuito in quanto così come il famoso compositore, Twin è altamente prolifico ma anche sperimentale e tecnicamente competente, innovativo e popolare nel proprio genere, anche se risulta impossibile incasellare il produttore e musicista. Una delle caratteristiche distintive di Aphex Twin è infatti l’incredibile viaggio di sperimentazioni elettroniche che non ha inizi e non ha fini. Il suo esplorare generi musicali, stili, suoni, lo rende unico ed è riduttivo – anche se vero – chiamarlo uno dei principali nomi per lo sviluppo dell’ambiente techno, ma non solo: Residend Advisor parla del nome di Aphex Twin come sinonimo di IDM (Intelligence Dance Music), e a ragione, anche se Aphex Twin in primis trova l’affannosa ricerca di definizioni moderna alquanto “divertente” e dunque motivo per abbracciare una piccante ironia:
Penso solo che sia molto divertente avere termini come questo. In pratica dice ‘questo è intelligente e tutto il resto è stupido’. È davvero sgradevole nei confronti della musica degli altri. Mi fa ridere.
Parole che mostrano un altro tratto distintivo di Aphex Twin che oltre a influenzare la scena musicale è rimasto fedele alla propria immagine di artista in quanto tale, che non deve forzatamente accontentare il pubblico ma essere scomodo, far sì che si generino domande senza dare per forza spiegazioni: ed ecco che le “risposte assurde” e apparentemente insensate, provocatorie e dirette del produttore sono diventate note, facendo il giro dei media. Tra le altre, ciò che Twin disse a Madonna quando la cantante lo contattò, vogliosa di collaborare con lui:
Volevo che [Madonna, N.d.R.] facesse imitazioni di animali. Avevo un’intera lista.
Una collaborazione che poi non avvenne, perché a quanto pare, il produttore cambiò idea:
Non sono interessato a farlo solo per guadagnare milioni, come molte altre persone. Se l’avessi fatto, gli intervistatori avrebbero parlato solo di questo per il resto della mia carriera.
Di Aphex Twin e della sua personalità artistica si cade facilmente affascinati, ma come egli stesso sembra comunicare più importante è percepire (e sentire) che tentare di spiegare. Lo dimostra il suo percorso altamente prolifico e sempre diverso, nel quale però è sempre possibile ritrovare un denominatore comune: che si tratti delle tante sperimentazioni dalle sonorità sorprendenti, di strumenti classici che incontrano ritmi tipici della drum’n’bass come nell’album Drukqs (2001) o di un “tuffo nel passato” nella techno acida come nella serie di undici EP intitolata Analord (2004) Aphex Twin (con i suoi tanti nomi) è impossibile da confondere.