Una voce scura, secca e tagliente spicca tra una tempesta di suoni avvolgenti ma decisi: così si esprime la band Yalda, composta dalla cantante italo-iraniana Lalé Kouchek e il polistrumentista Berna. La band nasce nel 2020 a Genova ed è caratterizzata da sonorità indubbiamente dark e noise ma nonostante questo è chiaramente percettibile la nota di brillante sicurezza, la sicurezza di chi sa dove nasce, cosa vuole raccontare e dove vuole andare. A dicembre 2021 gli Yalda pubblicano Badam Zamini (un album live in cassetta), nell’estate 2022 Tavallodi Digar, il loro primo album in studio. Esce oggi in anteprima la live session del brano Zendegi, perfetta per iniziare a esplorare il singolare mondo degli Yalda.
Yalda all’apparenza può sembrare un progetto musicale per pochi appassionati del genere, vista la musicalità orientaleggiante e il linguaggio poco comune (Lalé canta in farsi, lingua persiana). La verità però, è che se per caso si entra in un club mentre Yalda sta suonando, una sera qualsiasi, dopo una meravigliosa o pessima giornata, con una buonissima birra o un pessimo drink in mano, il primo istinto che invade l’organismo di un qualsiasi essere umano è il più potente e pericoloso di sempre: la curiosità. Puoi odiare o amare Yalda ma sicuramente non ti lasciano indifferente, non riuscirai a fare finta di niente e continuare la tua serata come se nulla fosse e questa, nel 2023, un’epoca dove ogni giorno escono migliaia di canzoni, è una grande cosa.
Yalda è il riassunto di un sentimento, la somma di una chitarra tagliente e un tappeto di suoni densi il tutto guidato dalla voce di Lalé, decisa e motivata come quella di un manifestante con il cuore distrutto, ma allo stesso tempo perfettamente studiata e tecnica come chi, come lei, ha studiato canto lirico per anni e sa esattamente quello che sta facendo. Abbiamo chiesto alla cantante di cosa parla il brano Zendegi e che messaggio vuole lasciare:
Zendegi significa “forse”, il testo del nostro brano è tratto da un testo poetico di Forough Farrokhzad (poetessa iraniana). Non vi è un significato letterale perché gioco con delle parole sconnesse della poesia. Vengono utilizzate delle metafore un po’ dark e decadenti per dire che anche attraverso il dolore ci si può trasformare o rinascere in qualcosa di bello e positivo, utilizzando appunto la parola “forse”.
Cosa ci può insegnare la band genovese Yalda? Andare oltre. Non fermarsi di fronte alla bassissima soglia dell’attenzione che ci imposto la frenetica società di oggi ma, almeno quando di musica di parla, darsi il tempo di scoprire nuove realtà, nuovi generi e, di conseguenza, riscoprire noi stessi.