Il “Mago” Jeff Mills, uno dei nomi più importanti nel mondo della musica elettronica, sarà ospite d’eccezione per AMORE XX NYE Festival – l’evento di riferimento del Capodanno italiano – che torna negli spazi della Nuova Fiera Roma il 31.12.2023.
La manifestazione, legata alla musica e alle arti visive, sarà segnata dal dj set dell’instancabile visionario e virtuoso avanguardista Jeff Mills e, oltre a The Wizard – attualmente impegnato in tour con il progetto sperimentale Tomorrow comes the harvest insieme a Jean-Phi Dary e Prabhu Edouard -, altri importanti artisti saranno presenti a Roma per celebrare i venti anni del marchio AMORE, nel giorno dell’ultimo dell’anno.
Musica e arti visive riempiranno i 10 stage di musica con oltre cento dj e vj che si esibiranno coinvolgendo diversi generi musicali; interno ad AMORE XX NYE Festival, anche uno spazio dedicato ai giovani emergenti da tutta Italia selezionati nei mesi precedenti all’evento.
Jeff Mills: “The Wizard”
Il primo grande nome annunciato per lo stage di capodanno, appunto Jeff Mills, ha mosso i primi passi nel mondo della musica fin da adolescente, facendosi immediatamente notare e affermandosi presto come uno dei maggiori esponenti della detroit techno e minimal techno.
Mills, nato a Detroit nel 1963, è oggi riconosciuto come pioniere di un genere, di uno stile e di un approccio innovativo al Djing:
«Tutto è possibile se riesci a trovare la mappa o il progetto per arrivarci. Quando lavori con il suono e cerchi di far sì che le persone realizzino una certa cosa, creare è una parte del lavoro, ma devi anche capire le persone e sapere come lavorare sulla loro immaginazione e anche sui loro sensi, sia che si tratti di che sia attraverso il cinema, l’arte o la musica. Penso che tu sia limitato solo dalla tua immaginazione».
Jeff Mills, TheTalks
Nei primi anni della sua carriera Jeff Mills ha fondato insieme a “Mad” Mike Banks e Robert “Noise” Hood il noto collettivo Underground Resistance (UR) , rappresentando una figura essenziale in un universo in grande espansione.
L’importanza della sua influenza era chiara fin dall’inizio: quando “solo” come DJ (Mills ha iniziato a produrre a partire dagli anni ’80) ammaliava le masse grazie all’unicità della propria tecnica, sorprendendo la scena musicale con la propria maestria nell’uso della drum machine e la capacità di remixare i brani, in un viaggio musicale oltre a confini fino a quel momento sconosciuti.
Ecco che lo pseudonimo The Wizard, usato dallo stesso nei primi anni della sua carriera, si addice al DJ e produrre, vero maestro nell’arte del turntablism. L’abilità di Jeff Mills, in grado di fondere la techno di Detroit e il sound rave europeo lo ha portato a essere incoronato come uno dei maggiori DJ fin dagli anni Novanta, anni in cui la discografia di Mills comprende due full-length di Waveform Transmissions per Tresor, l’album dal vivo Live at the Liquid Room (Tokyo) e un album per Sony Japan (From the 21st), la raccolta The Other Day per l’etichetta britannica React, svariate collaborazioni con Robert Hood per l’etichetta dell’ultimo (M-Plant) e gli EP da 12 pollici registrati per Axis Records, etichetta firmata “Jeff Mills”.
«Oggi perdiamo molte opportunità. Perdiamo l’opportunità di raggiungere non solo le persone che hanno la fortuna di essere in discoteca la sera, ma anche le persone che stanno semplicemente cercando di vivere la propria vita! La musica elettronica ha la capacità di descrivere cose che sarebbe piuttosto difficile avvicinare ad altri generi».
Jeff Mills, Rolling Stone Italia
Nel 1992 Jeff Mills si sposta a New York, dando il via a una carriera da solista. Come resident presso lo storico Limelight club di NY Jeff Mills ha dapprima registrato alcuni lavori per la leggendaria etichetta Tresor, scegliendo poi di aprirne una propria: è stata così fondata Axis Records (quando nel 1992 fonda la sua etichetta discografica Axis – un logo composto da quattro triangoli che puntano verso un centro invisibile -, Mills prende il principio di rotazione del sistema solare come estetica, concetto e modello di creatività).
Con la nascita di Axis Records lo stile di Jeff Mills diveniva sempre più chiaro, così come la sua personalità: un animo in esplorazione, che non ama rimanere fermo in un solo punto, per quanto “comodo” e appagante. Esplorazione umana ed esplorazione musicale, con una visione che esce dai vincoli del mondo sensibile e arriva a conquistare lo spazio:
«Profondamente abitato dalla fantascienza, il DJ, produttore e artista Jeff Mills ne adotta le idee, i concetti, le storie e l’estetica fin dall’inizio. Per lui lo spazio è un’ossessione e la sua musica diventa quasi una “fantascienza musicale”. Conquistando lo spazio, la sua musica incarna il futuro, rispettando il passato e rimanendo nel presente».
Axis Records su Jeff Mills
Impossibile allora per Jeff Mills non creare attingendo anche alla Settimana Arte, selezionando uno dei capolavori del cinema di fantascienza: Metropolis, film del 1927 diretto da Fritz Lang. Nell’ottobre del 2000 esce per l’etichetta Tresor il quarto album di Jeff Mills: Metropolis, per celebrare i venti anni della pellicola.
Una nuova colonna sonora ma mai definitiva, alla quale Mills ha rimesso mano più volte perché, come spiegato dallo stesso, è necessario «Un continuo processo di transizione». Nello stesso periodo esconoTime Machine, At First ed Every Dog Has Its Day (quest’ultimo firmato con lo pseudonimo Millsart) e la compilation in CD The Art of Connecting, che sintetizza e sostanzialmente chiude un’era.
Segue poi una produzione discografica molto corposa e tra le tante release, nel 2004 sono stati pubblicati il CD mix Exhibitionist e l’omonimo DVD mix; sempre nel 2004 viene pubblicata Selection: A Collection of Classics e Mills torna nuovamente al mondo del cinema, questa volta creando la colonna sonora per il film Three Ages (1923) di Buster Keaton. Intanto grazie all’uso del DVJ-X, Jeff Mills non solo poteva coordinare i suoni, ma anche le immagini. Dimostrandosi ancora volta sognatore e visionario, The Wizard si fa promotore di un’altra novità, comunque non abbandonando le strade intraprese fin dagli anni di Detroit.
Si succedono poi album, collaborazioni, lavori e progetti come l’album registrato dal vivo con l’Orchestra Filarmonica di Montpellier dal titolo Blue Potential (2005) o l’album da solista per Third Ear (2009) a creazione della sotto etichetta Something in the Sky; nel 2011 torna l’influenza cinematografica con la pubblicazione di album che guardano a due film fantascientifici: Fantastic Voyage e 2087.
Free Fall Galaxy interno al viaggio segnato da The Sleeper Wakes, viene pubblicato nel 2016 e A Trip to the Moon, la colonna sonora del fondamentale film muto del 1902, è stato pubblicato nel gennaio 2017. Ispirandosi alla suite sinfonica di Gustav Holst, il DJ e produttore ha registrato con l’Orquestra Sinfónica do Porto Casa da Música un album di classica/elettronica. Dall’elettronica alla classica, fino al jazz: l’EP Tathata, pubblicato sempre nel 2017, è il primo lavoro uscito del quartetto di jazz elettronico di Mills: Spiral Deluxe. Tra il 2018 e il 2019 escono l’EP Tomorrow Comes the Harvest (per il quale Mills ha collaborato con il batterista Tony Allen) e Voodoo Magic e in occasione del 50° anniversario dello sbarco sulla Luna, Mills ha pubblicato l’album completo Moon: The Area of Influence (luglio 2019).
Gli anni successi Jeff Mills ha proseguito con le produzioni da solista e diverse collaborazioni fino a quando, nel 2021, ha dato alla luce The Clairvoyant, vera e propria «Seduta spiritica metafisica» come egli stesso la descriverà, nata con lo scopo di essere suonata dall’inizio alla fine in una stanza buia e senza distrazioni.
Con il compositore e polistrumentista Rafael Leafar, Jeff Mills pubblica The Override Switch (2021) e nel 2022 Jeff Mills con the Zanza 22 terminano il corposo lavoro, viaggio in più stili musicali, Wonderland; esce poi Mind Power Mind Control e un altro album che guarda al capolavoro di Fritz Lang, Metropolis Metropolis (2023).
Jeff Mills è attualmente in tour con il progetto sperimentale Tomorrow comes the Harvest (con Jean-Phi Dary e Prabhu Edouard), a dimostrare ancora una volta quanta fame di ricerca e di creazione contraddistingua l’arista, sempre pronto ad espandere il suo suono e la sua visione, perdendosi nello spazio:
«Prima di pubblicare l’album, Rob [Robert Hood (N.d.R.)] e io stavamo discutendo di tutta la questione del minimalismo e abbiamo cercato di capire quanto tempo servisse alla gente per eccitarsi ascoltando sempre la stessa sequenza […]. Si trattava di circa due minuti e mezzo o tre. Se si posiziona la puntina dopo l’inizio del brano e, semplicemente, si riproduce e ci si riposiziona da qualche parte in quel lasso di tempo, qualcuno si metterà a urlare. Perché la musica, semplicemente, non cambia; e poiché sai che non cambia, diventi più rilassato, conosci il ritmo e puoi muovere il tuo corpo molto meglio se sai quello che devi anticipare. Così si crea un’eccitazione… è quasi un’inversione di tendenza rispetto a prima […].»